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Perché Non Mi Sento All’Altezza? Le Cause Nascoste e Come Ritrovare la Tua Scintilla

da | Set 21, 2024 | Crescita Personale

Non mi sento all'altezza

Ti è mai capitato di guardarti allo specchio e chiederti: Perché non mi sento all’altezza?” Magari è successo dopo un feedback un po’ acido al lavoro, un confronto con quell’amico che sembra nato con il manuale della vita perfetta, o mentre cercavi di zittire quella vocina interiore che pare un critico incessante. Tranquillo, non sei finito in un thriller psicologico: è una sensazione che capita a molti, e oggi, da psicologo con qualche anno di esperienza, ti guiderò a capire da dove viene e come trasformarla in qualcosa di utile. Spoiler: non ti servono poteri magici, ma solo un pizzico di consapevolezza e un paio di trucchetti che ho affinato con il tempo.

Perché Non Mi Sento All’Altezza? Le Radici di un Pensiero Che Pesa

Allora, da dove spunta questo “Perché non mi sento all’altezza?” che ronza come una zanzara in piena estate? Spesso è un cocktail di esperienze passate, aspettative altrui e quel perfezionismo che ci siamo cuciti addosso come un vestito troppo stretto. Magari da piccoli ci hanno ripetuto “potevi fare meglio” fino a farci dubitare di tutto, o forse è colpa dei social, dove tutti sembrano perfetti mentre noi lottiamo per non bruciare la pasta. Psicologicamente parlando, questa sensazione può nascere da schemi di pensiero negativi, quel famoso inner critic che sembra diretto da un regista con un debole per i drammi. Il primo passo è accendere una luce su questo “perché”: non sei inadeguato, è solo il tuo cervello che a volte si inventa storie degne di Hollywood. Dimmi un po’, quand’è stata l’ultima volta che ti sei sentito all’altezza? Tienilo a mente, ci torniamo.

La Voce Interiore: Amica o Nemica?

Se ti ritrovi spesso a pensare “Perché non mi sento all’altezza?”, probabilmente stai dando troppo palco a quella voce interiore che sussurra – o grida – cose tipo: “Non sei abbastanza” o “Gli altri sono meglio”. È il tuo dialogo interno, e ammettiamolo, a volte è più duro di un prof con la penna rossa in mano. Ma c’è una buona notizia: puoi cambiarne il copione. Fai il detective con te stesso: quando quel perché ti assale, chiediti: “Quali prove ho che sia vero?”. Di solito non ne trovi, perché quel critico è un maestro del bluff. Nei miei anni da psicologo ho visto persone brillanti convincersi di non valere nulla solo per un errore di dieci anni prima.

Perfezione? No, Grazie: Abbracciare l’Umano Che Sei

Viviamo in un mondo che ci spinge a essere perfetti: perfetti al lavoro, perfetti in palestra, perfetti anche nel piegare le lenzuola. E quando non ci riusciamo, eccolo lì, il “Perché non mi sento all’altezza?. Ma sai una cosa? La perfezione è sopravvalutata, e francamente un po’ noiosa. Brené Brown, che sulla vulnerabilità potrebbe tenere un masterclass, ci ricorda: “Le imperfezioni non sono inadeguatezze; ci ricordano che siamo tutti sulla stessa barca” Accettare che non devi essere un supereroe non è arrendersi, è liberarsi.

E Se Chiedere Aiuto Fosse la Risposta?

E se quel “Perché non mi sento all’altezza?” diventa troppo pesante, che ne dici di chiedere aiuto? Lo so, tendiamo a chiuderci come tartarughe emotive, ma condividere non è da deboli, è da coraggiosi. Parlarne con un amico, un collega o – perché no? – uno psicologo. Lao Tzu lo aveva capito secoli fa: “Un viaggio di mille miglia inizia con un singolo passo”.

Mindfulness: Il Superpotere per Zittire i Perché

Vuoi un trucco semplice per affrontare quel “Perché non mi sento all’altezza?” Prova la mindfulness. Non serve diventare un monaco, bastano cinque minuti al giorno per fermarti, respirare e guardare i tuoi pensieri senza farti travolgere. Thich Nhat Hanh, un maestro in materia, diceva: “Il momento presente è l’unico momento che abbiamo”. Quando l’inadeguatezza bussa, chiediti: “È davvero così grave ora, o sto facendo un viaggio nel tempo con la mente?”.

Conclusione: Sei All’Altezza di Essere Te Stesso

In fondo, chiederti “Perché non mi sento all’altezza?” non è un difetto, è un segnale che vuoi crescere, che ti importa di te stesso. Da psicologo ti dico: non sei solo in questo viaggio. Tutti abbiamo i nostri “perché”, ma la magia sta nel trasformarli in “come”: come posso accettarmi? Come posso celebrare le mie vittorie, anche quelle minuscole? Inizia oggi: scrivi una cosa che hai fatto bene questa settimana e tienila con te. Se vuoi approfondire, sul mio sito ci sono risorse e modi per restare in contatto.

Dott. Marco Marchini Psicologo

Bibliografia

  • Brown, B. (2012). Daring Greatly: How the Courage to Be Vulnerable Transforms the Way We Live, Love, Parent, and Lead. Penguin Random House. Link
  • Jung, C. G. (1964). Man and His Symbols. Doubleday. 
  • Nhat Hanh, T. (1991). Peace Is Every Step: The Path of Mindfulness in Everyday Life. Bantam Books. Link
  • Lao Tzu. Tao Te Ching. Traduzione classica, disponibile su varie edizioni.
  • Neff, K. D. (2003). Self-Compassion: An Alternative Conceptualization of a Healthy Attitude Toward Oneself. Self and Identity, 2(2), 85-101. Link
  • Gilbert, P., & Irons, C. (2005). Focused therapies and compassionate mind training for shame and self-attacking. In P. Gilbert (Ed.), Compassion: Conceptualisations, Research and Use in Psychotherapy (pp. 263-325). Routledge. Link
  • American Psychological Association (APA). Stress Management and Mindfulness. Link